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ENGLISH HARBOUR: 17° 00.0N – 61° 46.0W È il fiore all'occhiello
di Antigua e sicuramente uno degli scali più famosi dei Caraibi. Solo
recandocisi, ci si può rendere conto sino a che punto questo eccezionale
riparo ha giocato un ruolo nella storia dei Caraibi. Appena sbarcati ci si
muove in punta di piedi intimiditi da questo museo "en plein air".
Le caserme, i moli, i cantieri navali, la sede dell'Ammiragliato, abbandonati
all'inizio del secolo, sono stati ristrutturati negli Anni 50 e oggi offrono
uno spaccato di storia che non può non far ritornare con il pensiero alle
cruenti battaglie navali di qualche secolo fa. Il tutto inserito fra verdi
prati all'inglese (of course!) e case elisabettiane. Dove una volta trovava riparo
l'intera flotta della Royal Navy, ora sono ormeggiate centinaia di barche da
crociera. Anche il "background" logistico si è modificato di
conseguenza: gli alloggiamenti militari hanno lasciato posto nella loro
struttura a un hotel, un ristorante e un pub. Poco distante vi sono l'agenzia
del famoso Capitan Nicholson (che si occupa di brokeraggio e vendita di articoli
nautici), veleria, meccanico, elettrotecnico, moli con possibilità di
ormeggio, slipway, etc., insomma tutto quello che può servire a uno yacht,
anche se i prezzi risentono dell'ambiente. Ambiente che è molto
mondano, frequentato a arche lussuose, con numerosi marinai che lucidano gli
ottoni, e da grossi nomi del jet-set internazionale. Ma nel mese di aprile di
ogni anno, con la famosa settimana di Antigua (Antigua Race Week), English
Harbour assume una dimensione più marinara. Una ventata di sano agonismo fra
le numerosissime barche di tutto il mondo, racers e non, rivitalizza l'ambiente. É un intrecciarsi di navigazioni
e di feste. Le regate infatti si alternano a festeggiamenti serali fra lazzi
goliardici e pinte di rum. Per la cambusa di bordo
vi è un supermercato molto ben rifornito ma piuttosto caro. English Harbour è
porto d'entrata; per soggiornarvi, anche all'ancora bisogna pagare una tassa
giornaliera. Accesso: Come ai tempi di Nelson,
anche oggi l'entrata di English Harbour, una spaccatura fra alte colline, è
difficilmente individuabile. Può essere di qualche aiuto un piccolo faro situato
su Cap Shirley, poco più a Sud, ma anche questo è identificabile quando si è
orinai vicini alla costa. Una volta individuato,
l'ingresso non presenta alcun pericolo a condizione di entrare stando molto
vicini a Barclay Point per evitare i reefs che si protendono da Charlotte
Point. Ormeggio Si può dare fondo nell'ansa
prospiciente l'entrata, davanti a una lunga spiaggia, oppure più all'interno
nel vasto specchio d'acqua o, infine, presso i moli ldel Nelson's Dockyard. |
FALMOUTH HARBOUR:
17° 00.0N – 61° 46.9W
È una vasta baia bene
ridossata e costellata di bassifondi. È un po’ “dependance” di ENGLISH HARBOUR che
da qui si può raggiungere, a piedi, in pochi minuti. Nella parte Nord sorgono
un piccolo villaggio e un piccolo marina. Possibilità di rifornirsi di
carburante e di alimentari.
Accesso e ormeggio:
Difficilmente individuabile
dal largo, lo si può riconoscere esclusivamente per le numerose costruzioni, ma
solamente quando si è a poca distanza dalla costa. Una volta superato il Bishop
Shoal, ben visibile e comunque segnalato da una boa, fare rotta per 070° v. e
dare fondo nell'ansa a Sud Est, in 4-5 metri di acqua, nei pressi del molo dei
carburanti. L’accesso al Catamaran Marine è segnalato da piccole boe e i
fondali dei suoi moli non superano i 2,5 metri.