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GUADALUPA,
LA FARFALLONA: KARUKERA, "l'isola dalle belle acque",
come la chiamavano i Caribi, fu scoperta da
Cristoforo Colombo nel 1493 e chiamata col nome del monastero spagnolo Nuestra Senora de Guadalupa de Estremadura. Fu colonizzata nel 1635 dai francesi che,
con uno sbarco di massa, riuscirono a neutralizzare ogni reazione dei Caribi. Restò quasi sempre francese tranne che per due
brevi periodi di occupazione inglese. Il secondo "periodo
inglese" fu nel 1794, con la complicità della stessa aristocrazia locale
che vedeva minare la sua autorità dai venti rivoluzionari che giungevano dalla
madrepatria. Ma fu immediatamente liberata dal Commissario della Repubblica,
Victor Hugues, inviato dallo stesso Robespierre per
ripristinare l'ordine repubblicano. Hugues non perse tempo: buttati a mare gli inglesi, in
nome della "liberté, égalité
et fraternité"
cominciò a mozzare teste con la ghigliottina che si era portato come "bagaglio
mano". La Guadalupa ha sempre
sofferto del complesso di Cenerentola nei confronti della Martinica: luogo di
elevata cultura e vivace vita sociale quest'ultima,
più rustica e "plebea" la prima. Una cosa è comunque certa: anche
se meno raffinati ed eleganti dei martinichesi, l'accoglienza dei guadalupensi
non è sicuramente meno accattivante e invitante. L’economia agricola, soprattutto
canna e banana, anche se sempre più sostituita dal turismo, resta comunque importante. Geograficamente l'isola
è molto particolare: con i suoi 1.440 chilometri quadrati è la più grande e
la più popolata delle Piccole Antille. La sua forma a farfalla ha sempre
ispirato i poeti tanto che la definirono la farfalla verde e oro; verde per
la sua coltre di vegetazione, oro per i raggi del sole da cui è perennemente
baciata. Le ali della farfalla
sono in effetti due isole separate
da uno stretto canale. Due ali
vicine ma tanto diverse tra loro: la Basse Terre a Ovest, di origine vulcanica
e montagnosa su cui spicca il vulcano ancora attivo La Soufriére,
è piovosa, ricoperta da fitta vegetazione e foresta, e coltivata quasi esclusivamente
a banana; a Est, la Grande Terre, un altopiano calcareo con poche colline e
più arida della precedente, è coltivata essenzialmente a canna da zucchero. La
sua prima capitale, Basse Terre, fu sostituita dagli inglesi con Pointe à Pitre che ha mantenuto
anche oggi questa posizione. La Guadalupa con le sue
isole adiacenti: Les Saintes,
Marie Galante, Petite Terre e La Desirade, è un Dipartimento francese d'oltremare (DOM)
insieme alle sue dipendenze di St. Bart e St. Martin. La lingua ufficiale è
il francese e la moneta è il franco. DA NON PERDERE: La foresta pluviale che occupa buona parte del territorio di
Basse Terre è tutta da scoprire: una superstrada percorre per tutta la sua lunghezza
questo meraviglioso Parco Nazionale. Da essa sì dirama un intreccio di sentieri
dove si può procedere, passo dopo passo, nell'intrico della foresta la cui
vegetazione è tanto fitta che spesso bisogna fare ricorso al flash per scattare
delle foto. Ma quello che più colpisce è la varietà del paesaggio: monti,
vallate, solfatare, fonti termali
e splendidi panorami. L'ANGOLO DEL GOURMET: Chiaramente la cucina
della Guadalupa ha molti punti in comune con quella della Martinica. I suoi
piatti ricchi e ricercati non deluderanno neanche i palati più esigenti. - A Gosier: Chez Violetta un locale semplice gestito
da una grande cuoca: sublime la sua Fricassée
des Lambis e il Colombo de Poulet. - A Les Saintes: Da provare assolutamente la marmellata di
cocco e il pesce affumicato, tipici dell'arcipelago. Chez Line ottimi il Daube de Requin e l'iguana arrostita. - A Deshayes: Le Mouillage
situato alla radice del molo dove madame
Racine prepara un'aragosta flambée
insuperabile. Cocktail tipico della Guadalupa è il planteur: succo d'arancia, goyave e maracudja,
vieux rum e sciroppo di canna. |